Perché dovresti fare una psicoterapia se sei un caregiver di qualcuno con Alzheimer?
1.Per elaborare le fasi di lutto
2.Per migliorare la qualità della relazione con la persona che assisti
3.Per non mandare in frantumi la qualità della tua vita
Alzheimer, caregiver e psicoterapia: quali associazioni?
Alzheimer, caregiver e psicoterapia
Se qualcuno che ami ha una demenza hai già dovuto affrontare una diagnosi a dir poco scioccante.
Potresti aver avuto difficoltà a dormire, potresti aver avuto una vera e propria fase di lutto con inappetenza e mancanza di energia e voglia di vivere.
La diagnosi di Alzheimer è una diagnosi che porta con sé scenari di dolore e impotenza. Non ci sono cure. La malattia progredirà e comporterà la perdita graduale, fino alla morte, della persona che amiamo.
Possiamo fare tante cose fino a quel momento, ma il lutto è inevitabile.
Anzi, diverse saranno le fasi di lutto da elaborare tante quante saranno le fasi della malattia. Ogni gradino al ribasso ci vedrà impegnati a “mandar giù” la perdita di qualcosa dell’altro. La capacità di camminare, di riconoscerci, di sostenere una conversazione, e così via.
1. La psicoterapia è un luogo sicuro in cui c’è lo spazio per far emergere queste emozioni, ascoltarle ed elaborarle. È uno spazio in cui possiamo permetterci di prenderci cura del nostro dolore per la perdita della relazione con l’altro. È uno spazio in cui impariamo anche a lasciarlo andare questo dolore invece che farcene schiacciare, invece che anestetizzarci o compensare per non sentire.
I caregiver sono famosi per perdere tutte le proprie salutari abitudini. Ingrassano, non si muovono più, fumano, non dormono bene, lasciano le cose che amavano fare, incluso il lavoro, trascurano gli amici e la famiglia.
Fanno, insomma, tantissime cose, ma difficilmente parlano o danno spazio al proprio dolore. Ci sono troppe cose da fare.
Fanno, invece che fermarsi a sentire.
Fanno, invece di piangere.
Fanno, invece di prendersi cura di sé.
Pensano spesso che: “se mi fermo sarò perduto”, “se mi piango addosso e mi fermo chi farà le cose che servono?”
2. La psicoterapia servirà ad imparare che stare un po’ di più a contatto con le proprie emozioni ci aiuta a mantenere più in salute la relazione con la persona che accudiamo.
Se siamo molto tristi e non ci permettiamo di esprimere il dolore sarà più facile arrabbiarsi. Sarà più facile “negare” all’altro il diritto di essere come la malattia gli consente di essere in quel momento.
Se non facciamo contatto con ciò che proviamo tutta una serie di meccanismi di difesa “inclusa la negazione” ci impediranno di accettare la realtà. Se neghiamo la realtà ci ostiniamo a fare cose assurde, come discutere con una persona che ha perso il senso della “logica comune”, oppure continuiamo a chiedergli di comportarsi ad un livello di funzionamento che ha perso da tempo. Con conseguenti frustrazioni e arrabbiature da ambo le parti, caregiver e persona con Alzheimer o altra demenza.
3. La psicoterapia aiuta ad osservare i fatti della vita, a darci il diritto di sentire quello che sentiamo e a scegliere come comportarci.
Alzheimer, caregiver e psicoterapia – immagine di tomozina1@stock.adobe.com
La qualità della vita di un caregiver è tutto ciò che gli rimarrà quando non avrà più nessuno da accudire.
Va preservata come un bene prezioso, non solo per sopportare un po’ meglio il “dopo”, ma anche perché la malattia dura anni.
Sono anni che perdiamo se non ci impegniamo a vivere invece che semplicemente “sopravvivere”.
Un’ora di psicoterapia alla settimana è un’ora di “sospensione” del fare.
In questa ora ci permettiamo di sentire e desiderare e addirittura…VOLERE!
Facciamo contatto con ciò che vogliamo per noi stessi. Ci scrolliamo di dosso un po’ di “DEVO” e rintracciamo i nostri desideri. Anche quando ci sembra che desideri non ce ne siano più.
Siamo esseri desideranti.
Potrebbero essere stati sepolti sotto cumuli di dolori e fatiche, ma sono li.
Aspettano solo di poter essere liberati per tornare alla luce.
Sentire il desiderio ci permette di muoverci, inventarci soluzioni per vivere in un modo più piacevole.
Sentire i nostri desideri ci aiuta a modificare alcuni aspetti dell‘accudimento per renderlo più sostenibile.
La psicoterapia è un valido sostegno da prendere seriamente in considerazione nei momenti difficili della vita. Non perché siamo matti, ma perché alla maggior parte di noi non è stato insegnato ad ascoltare le proprie emozioni. E ci sono dei momenti della vita, come la diagnosi di una malattia che ci porterà via qualcuno che amiamo, che di emozioni ne farà emergere tantissime. Saranno tutte dolorose o quantomeno, scomode.
Avere un valido alleato che ci tenga per mano in momenti come questo è di estrema importanza per la nostra salute psico-fisica e per la qualità dell’aiuto che potremo dare alla persona che si ammala.